Gentile direttore,
la senatrice Manassero è una persona corretta e
intellettualmente onesta, questa sua risposta lo conferma. Non lo
mettevo in dubbio (mentre mi permetto di dubitare dei due co-firmatari).
Però trovo una contraddizione incomprensibile tra due posizioni. Da una parte "la convinzione che "non
fosse accettabile sottostare al "ricatto" dei concessionari", dato che
"l'opera era già prevista dai contratti e concessioni". Dall'altra la
sollecitazione al governo affinché rompa gli indugi e faccia quello che
il principe dei concessionari gli ha richiesto.
Proprio l'articolo del "Sole" citato dalla Manassero rivela che
gli affari di Gavio vanno a gonfie vele. Incassa annualmente circa un
miliardo di euro da pedaggi e questo gli consente di arrivare a un
margine operativo lordo di 608 milioni. Bisogna sottrarre a questa cifra
gli ammortamenti, ma questo è vero oggi: nei 16 anni di prolungamento
della concessione gli ammortamenti non ci saranno più. Questo vuol dire
che quei 16 anni in più equivalgono, branca e stanga a un regalo di
8/10 miliardi di euro che escono dalle tasche dei cittadini!
Proprio non si capisce per quale motivo lo Stato dovrebbe regalare
a Gavio queste somme, invece di richiamarlo all'ordine e fargli
rispettare gli impegni assunti. Gavio ha vinto la gara per l'affidamento
nel 2005 perché ha accettato una riduzione della durata della
concessione da 30 a 23 anni e si è accontentato di un contributo
pubblico di 200 milioni anziché di 400 come previsto a base d'asta.
Quella gara d'appalto è stata uno scherzo, oppure si deve chiedere a Gavio di rispettare gli impegni?
Paolo Tomatis
P.S. questo video dura 10 minuti, ma è molto illuminante:
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