martedì 25 settembre 2018

Comitato Tutela Piazza Euriopa scrive ai consiglieri a proposito di Bando Periferie


Gentili consiglieri,

Il Governo ha rinviato il finanziamento del Piano periferie fino al 2020.Il destino dei progetti di 96 Comuni è incerto: era un rischio da prendere in considerazione, come abbiamo sottolineato nella segnalazione alla Corte dei Conti. Allora l’Amministrazione aveva ritenuto di procedere con progettazioni ed onerosi impegni.

Ultimamente l’Assessora Manassero ha comunicato che sono stati spesi oltre 200 mila euro per progettazioni e assunti impegni vincolanti (quali e con chi?) per altri 600.000, senza che questa fretta abbia fruttato qualche titolo in più per ottenere finanziamenti.

Leggiamo sui giornali che questa incresciosa situazione desta preoccupazioni per il bilancio comunale, ma non è sufficiente a far desistere la Giunta dall’intenzione di andare avanti anche anticipando risorse della collettività.

Non possiamo fare a meno di giudicare questa dichiarazione contradditoria ed inquietante: se c’è incertezza e preoccupazione per il nostro bilancio, se i finanziamenti non sono certi, perché andare avanti? Ha veramente bisogno di spiegazioni questa caparbietà nel voler procedere, contro ogni logica e prudenza, senza curarsi delle conseguenze.

Cosa impedisce alla nostra Amministrazione di sospendere tutto in attesa che sia emanato il Decreto concordato fra il Presidente del Consiglio e l’ANCI, di aspettare le verifiche che dovranno essere fatte sulla congruità dei progetti, di essere certi delle coperture finanziarie?

Non sarebbe ragionevole, nell’attesa, fare una scala di priorità dei progetti in convenzione presentati dal comune, mantenendo quelli a maggiore ricaduta sulla qualità della vita cittadina - come l’Housing sociale, piazza d’Armi, ciclabilità, interventi in alcuni quartieri - e cancellare definitivamente le opere in project financing più controverse, su tutte il parcheggio di piazza Europa?

Non sarebbe prudente rimodulare i costi di interventi, pure positivi, che appaiono eccessivi?

 A questo punto sono necessarie spiegazioni più approfondite, che vadano oltre la ripetizione scaramantica del ritornello “Andiamo avanti”….!

Se questo non avvenisse, ci aspettiamo che i nostri amministratori si assumano pubblicamente la responsabilità delle possibili conseguenze negative sugli equilibri di bilancio comunale.

Tutto ciò ci pare il minimo per onorare l’impegno di fedeltà ai doveri civici richiesto ad ogni amministratore pubblico.

Attendiamo le vostre valutazioni e le vostre risposte

  Cordialità

Comitato perla tutela di piazza Europa e Piazze

Mail: comitatotutelapiazzaeuropa@gmail.com


Autostrada Cuneo - Asti occorre completare l'opera come SUPERSTRADA Lettera al min. On. Toninelli


Al ministro delle infrastrutture e dei trasporti on. Danilo Toninelli

Gentile Ministro, abbiamo saputo dai giornali che lei dovrebbe incontrare a Roma alcuni amministratori del territorio piemontese in merito alla questione annosa del completamento del collegamento Asti-Cuneo. Il problema, come certamente le è noto, è di arrivare finalmente a connettere la parte orientale del collegamento (verso Asti), a prevalente carattere superstradale, con quello occidentale (verso Cuneo), completamente autostradale. La A33, lunga complessivamente 90 chilometri, è stata costruita per circa 40 chilometri dall’Anas. Questa parte era già terminata nel 2007 ed è stata interamente assorbita dalla concessionaria Asti-Cuneo spa, posseduta per il 35% da Anas e per il 65% da Salt e Itinera (entrambe del gruppo Gavio).

La concessione è stata perfezionata nel 2007: riguardava la gestione della parte già costruita, del valore di 418 mln di euro, e la costruzione-gestione dei 54 km rimanenti, il cui costo era valutato complessivamente in 1040 mln.. La convenzione, registrata il 31 gennaio 2008, prevedeva il completamento entro il 2012. In quel periodo la concessionaria ha realizzato soltanto 14 km. di tracciato nel Comune di Cuneo, terminati nel 2012, ed una decina tra Alba e Asti. Da allora non s’è aggiunto nemmeno un km..

Il progetto iniziale è stato stravolto con la tecnica del carciofo: prima è sparito il tratto che prevedeva un tunnel sotto il Tanaro, poi la tangenziale di Cuneo e per ultimo il tunnel sotto la collina di Verduno. Il collegamento Alba-Asti si percorre in circa 20 minuti ed è fondamentalmente un tratto di comoda superstrada con un inserto di pochi chilometri (a pagamento) in autostrada.

I due pezzi esistenti devono essere connessi con un tratto lungo meno di 9 chilometri (chiamato lotto II.6) in cui era previsto un tunnel a due canne di tre km. Doveva essere completato nel 2012, ma i lavori non sono mai iniziati. Gavio li ha interrotti, sostenendo che il costo era eccessivo, lievitato per le richieste aggiuntive pervenute dal Ministero (peraltro curiose, con allargamenti delle corsie del tutto inessenziali).

I suoi predecessori, Ministro, hanno accettato di cancellare il tunnel (già progettato) e di sostituirlo con un percorso esterno. Ma a Gavio non è bastato. Ha anche chiesto (di fatto preteso) ed ottenuto di finanziarlo non con capitali propri, ma con gli incassi che gli sarebbero arrivati, prolungando di quattro anni la concessione della autostrada Torino-Milano.

Ora numerosi amministratori del territorio e della Regione sostengono che l’unica soluzione per evitare di accumulare ulteriori ritardi sia quella di accogliere le richieste di Gavio, chiedendogli di attuare intanto la parte del II.6 che comprende il cosiddetto casello Alba-ovest, di cui già esiste il progetto.

L’opinione condivisa delle associazioni sottoscritte è invece che questa opzione sia completamente da scartare: il tratto II.6 dovrebbe essere totalmente riprogettato ed avere invece carattere di superstrada, senza pedaggio, eliminando perciò il casello.

 I motivi ?

 1. Il progetto esistente, vecchio di almeno dieci anni, consuma inutilmente suolo prezioso, distrugge un territorio delicatissimo, stretto tra la collina, un canale ed il fiume Tanaro. Questo al solo scopo di realizzare le barriere per la riscossione in contanti del pedaggio autostradale.

2. Il progetto in questione è incompleto e comunque superato e non può essere separato da quello della parte restante (ex galleria) con il quale si dovrà necessariamente raccordare e che ancora non esiste.

3. Il tratto II.6 passa proprio ai piedi del nuovo Ospedale a servizio delle città di Alba e di Bra, che dovrebbe aprire tra pochi mesi. L’idea che per raggiungerlo comodamente (non usando la strada provinciale n. 7 esistente, peraltro stretta e pericolosa) gli abitanti delle due città debbano pagare un pedaggio ci lascia senza parole ... lasciamo a lei la conclusione.

4. Non si capisce perché il raccordo tra autostrada-superstrada debba essere realizzato necessariamente con un tratto di autostrada. Per questi motivi riteniamo quindi che la scelta migliore sia di predisporre per la tratta   II.6 Roddi-Cherasco, un nuovo progetto, di tipo superstradale, che tenga nel massimo conto i difficili problemi ambientali e ne affisdi la realizzazione alla Autostrada Asti-Cuneo spa, naturalmente a sue spese.

5. L’attuale progetto autostradale prevede in via esecutiva la realizzazione di una "discarica per rifiuti speciali non pericolosi" nell'ambito del casello ALBA OVEST, destinata ad accogliere i prodotti chimici impiegati per l'estrazione dei gessi dal tunnel sotto l'ospedale ed i gessi stessi. Una dimostrazione ulteriore che i due tratti del lotto II.6 fanno parte di una progettazione unitaria che in ogni caso andrebbe rivista interamente e sottoposta a nuova VIA.

Cordiali saluti dalle seguenti associazioni delle Province di Asti e di Cuneo che si occupano di tematiche ambientali, seriamente preoccupate per le ultime scelte di completamento di una autostrada nata male, che sinora ha soltanto distrutto territorio e malservito i cittadini. Seguono le firme delle associazioni:

Osservatorio Per La Tutela Del Paesaggio Di Langhe E Roero O.N.L.U.S.
Osservatorio Del Paesaggio Per Il Monferrato E L’Astigiano
Pronatura - Cuneo
Legambiente -Cuneo
Forum Salviamo Il Paesaggio – Cuneo
Forum Mobilità – Cuneo
Isde Medici Per L’Ambiente – Cuneo
Italia Nostra - Sezione Di Alba
Italia Nostra - Sezione Di Bra
Associazione Canale Ecologia -
Associazione Asfodelo - Pocapaglia
Movimento Stop Al Consumo Di Territorio - Comitato Di Asti
Forum Salviamo Il Paesaggio – Asti
Circolo Legambiente Gaia - Asti
Circolo Legambiente Valtriversa - Asti
Wwf - Sezione Di Asti

martedì 18 settembre 2018

Gruppo Pendolari Cuneo - Torino non molla ennesima denuncia problematiche e inadempienze su treni e stazioni.

Claudio Menegon per il Gruppo Pendolari linea Cuneo - Torino non molla e denuncia il perseverare delle problematiche e delle inadempienze su treni e stazioni mediante un'ennesima lettera agli enti competenti, ecco il testo della lettera:

Alla cortese attenzione degli organi ed enti competenti ,
ed in particolare all’assessorato dei Trasporti della Regione Piemonte, all’Agenzia per la Mobilità Piemonte, a Trenitalia ed RFI,
il comitato Gruppo Pendolari della linea Cuneo-Torino vuole porre alla vostra attenzione alcune osservazioni/segnalazioni che sono il  risultato di un piccolo sondaggio da noi svolto e rivolto ai membri del gruppo.
La domanda posta è stata:  Quali sono stati secondo voi, da inizio anno ad oggi, le maggiori problematiche riscontrate sui treni/stazioni da voi normalmente utilizzati?
Le problematiche maggiormente espresse ed evidenziate, e che sono ricorrenti da diverso tempo,  sono state le seguenti:
1. Ritardi/soppressioni 2. Mancanza di adeguata informazione attraverso i vari canali a disposizione (annunci a bordo treno, in stazione o via app (smart caring) 3. Condizionamento/climatizzazione delle carrozze
ma andremo a segnalarvi anche le altre segnalazioni/osservazioni emerse dal sondaggio, che riteniamo comunque importanti e degne di essere considerate nel contesto generale del servizio ferroviario presente sulla linea di nostro interesse, ma molto probabilmente riproducibile anche sulle altre linee regionali.
In dettaglio è risultato che i ritardi anche se minimi (e.g.  5 minuti) sono comunque fonte di  disagio per molti pendolari, anche a causa del  loro ripetersi quasi quotidianamente e della mancanza di informazioni a riguardo.
Il che ci porta al secondo punto:  
In occasione di ritardi superiori ai 15 minuti l’apparato informativo è talmente lacunoso da risultare, spesso, del tutto assente. Se ne è avuta conferma anche martedì 11 settembre dove a causa di un guasto ad un treno tra le stazioni di Carmagnola e Racconigi si sono avuti ritardi superiori alle due ore.  A bordo del treno RV10215 il sistema di comunicazione non funzionava e il capotreno, solo dopo sollecitazione, ha avvisato i viaggiatori che vi sarebbe stato un ritardo di almeno 45 minuti. Peggior sorte è toccata ai viaggiatori del  RV10123 delle 18,25 fermi alla stazione di Porta Nuova partito poi alle 19,51 o a quelli del RV10125 delle 18,55 partito alle 20,40. Da alcune testimonianze che ci sono pervenute, i pochi annunci davano i treni quasi in partenza  ma il ritardo continuava ad aumentare senza sapere la causa. Problemi anche per l’app smart caring: Il treno RV 10213 delle 17,25 ad un certo punto veniva dato con un ritardo di soli tre minuti alla stazione di Fossano, in realtà era fermo a Carmagnola accumulando alla fine un ritardo di 71 minuti, la notifica dello stato treno, data in ritardo, indicava poi un generico “inconveniente“.  Niente smart e poco caring. Sicuramente da migliorare.

Spesso lo stesso personale di bordo, quando reperibile, sembra essere disinformato e alcuni di essi sono addirittura infastiditi dalle richieste di spiegazione da parte dei viaggiatori. Ma il personale di bordo non dovrebbe essere a disposizione per fornire eventuali informazioni ai viaggiatori? 
Già nella lettera del 10/1/2018 avevamo evidenziato che una grossa lacuna del servizio, specie in caso di emergenza, fosse l’informazione.
Sia a bordo treno che in stazione, le informazioni relative a cancellazioni, ritardi o cambio treno spesso non vengono date o vengono date tardivamente  e a volte date anche in maniera confusionaria.
Avevamo anche ricordato che in base al Regolamento (CE) n. 1371/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, nel caso di un ritardo all'arrivo o alla partenza, i passeggeri hanno diritto a:
 ricevere informazioni sulla situazione e sull’orario previsto di partenza e di arrivo;
 pasti e bevande in quantità ragionevole;
 sistemazione in albergo o di altro tipo, qualora risulti necessario un soggiorno di una o più notti;
17/09/2018
 trasporto verso il loro punto di partenza o di arrivo, se il treno è bloccato sui binari.

E questo regolamento si applica a tutti i viaggi e servizi ferroviari forniti da una o più imprese ferroviarie titolari di licenza in virtù della direttiva 95/18/CE.
Inoltre i passeggeri possono richiedere un compenso minimo pari a:
 il 25% del prezzo del biglietto in caso di ritardo compreso tra 60 minuti e 119 minuti;
 il 50 % del prezzo del biglietto in caso di ritardo pari o superiore a 120 minuti.

Sinceramente non abbiamo notato alcun miglioramento in tal senso e al rispetto di tali diritti, neanche per i rimborsi poiché sembra che essi non siano previsti/applicabili per la tratta Torino-Cuneo. 

Ci attendavamo inoltre che il buon proposito di ripristinare il bonus pendolari fosse mantenuto , invece pare che esso sia stato un fatto occasionale, una sorta di una tantum, nonostante il 2017, in particolare gli ultimi tre mesi, fosse stato prodigo di ritardi e disagi per noi pendolari. Peccato! Pensiamo sia un’occasione mancata per dare continuità ad un processo di parziale riparazione ai disagi subiti dai pendolari.
Il terzo punto denuncia invece la problematica della climatizzazione/condizionamento delle carrozze che spesso hanno temperature o troppo basse o troppo alte. Il sistema sembra prevedere solo la condizione di acceso o spento senza avere la possibilità di regolare in qualche modo la temperatura o la velocità di flusso dell’aria. Tale situazione crea forte disagio.
Molti inoltre si chiedono se sia mai stata fatta la pulizia dei condotti e quale sia la qualità dell’aria che ne fluisce, forse meglio non saperlo, ma l’impressione visiva e olfattiva indicherebbe che siano veramente sporchi.
La questione del materiale rotabile a disposizione però non si ferma solo all’impianto di condizionamento ma anche alla sua manutenzione in generale: sistema freni, sistema audio, porte, finestrini e tende. I guasti alle porte, ad esempio, troppo spesso sono fonte di ritardi anche consistenti, mentre quelli ai freni portano anche alla soppressione della corsa. Il guasto occasionale ci può stare, ma il problema che ci preoccupa è che si verificano sempre più spesso e se uniti a quello delle infrastrutture (e.g. binari, linee aeree) la questione diventa veramente critica. 
Merita una nota di osservazione anche la pulizia a bordo treno: una buona parte di viaggiatori si lamenta delle condizioni di pulizia dei sedili, una semplice prova salvietta in effetti ne può testimoniare il loro stato di sporcizia, molti infatti si premuniscono di coperture per ovviare a tale problema.  E’ irrealizzabile la possibilità di effettuare una pulizia igienizzante dei sedili almeno una volta ogni tanto?
Segnaliamo inoltre che spesso vi sono anche degli sportelli di accesso a quadri comandi non adeguatamente chiusi o completamente aperti che possono impedire anche l’apertura alle porte di intercomunicazione tra un vagone e l’altro e diventare  fonte di pericolo, oppure essere oggetto di uso improprio degli equipaggiamenti in essi contenuti.
Da questo quadro generale è evidente che, come già denunciato in passato, il materiale rotabile è vecchio e scarsamente manutenuto ed è necessario che esso venga sostituito il prima possibile con nuovo materiale che preveda dotazioni (e.g. di climatizzazione e videosorveglianza) efficienti e funzionali, e nell’attesa che ciò avvenga è estremamente necessario che venga fatta una manutenzione che ponga rimedio alle varie problematiche al fine di garantire la sicurezza e un minimo di comfort ai passeggeri e anche al personale di bordo.
Dobbiamo inoltre riproporre le problematiche di alcune stazioni in primis quella di Cuneo che presenta un sottopasso al limite della praticabilità e agibilità in occasione delle giornate piovose. Situazione più volte denunciata con richiesta di intervento urgente ma finora disatteso e anzi prorogato avanti nel tempo, ora si parla di un intervento nel 2021. Data che riteniamo inaccettabile.
Si deve arrivare ad avere prima qualche incidente per ottenere l’intervento alle coperture delle pensiline? Oppure ad una azione legale?
17/09/2018 Stesso problema di infiltrazione è presente anche nelle stazioni di Savigliano e Fossano, anche se quest’ultima è stata recentemente oggetto di intervento, ma non è stato fatto sulle pensiline quindi le infiltrazioni bagnano la banchina e di conseguenza le scale, arrivando fino al sottopasso, compromettendo parzialmente quanto fatto di buono. 
Alla stazione di Fossano esistono inoltre altre due problematiche legate all’ingresso del sottopasso al binario 1: la prima riguarda la mancanza di luce sulla rampa scale, in particolare nei mesi invernali, che può essere causa di inciampi nello scendere le scale e conseguenti cadute, e la seconda riguarda lo scarso spazio sulla banchina tra la struttura di ingresso della rampa scale del sottopasso e il binario stesso, si propone quindi di valutare l’installazione di una luce nel vano scale e una protezione a bordo banchina al fine di evitare potenziali incidenti.
Si segnalano inoltre problematiche legate alle biglietterie automatiche spesso non funzionanti, di uso difficoltoso, e in alcuni casi in numero non sufficiente. Viene segnalato inoltre che in alcune stazioni la pulizia delle banchine è spesso approssimativa e vi è un generale stato di trascuratezza che potrebbe essere sicuramente migliorato con alcuni interventi di manutenzione.
Altro tasto dolente è la sicurezza a bordo treno e un servizio di controllo spesso assente in particolare negli orari serali, ad esempio sul  RV10217 delle 19,25, questione già denunciata nelle lettere e incontri precedenti ma che non ha ancora visto un sostanziale  miglioramento.
Unica nota positiva dell’anno, molto apprezzata dai pendolari, è stato il mantenimento del RV10208 delle 7,51 e del RV10215 delle 17,50 nel mese di agosto.
Per concludere, ci attendiamo che le promesse fatte e dichiarate dall’assessore Balocco riguardanti la cadenza oraria dei treni per Cuneo , una minor durata di tragitto e un potenziamento del servizio  nelle fasce orarie di maggior utilizzo, siano mantenute con il nuovo orario invernale,  così come la riapertura del tratto ferroviario Savigliano-Saluzzo,  e ci auguriamo che presto venga riutilizzata per trasporto passeggeri anche la linea Saluzzo-Cuneo, che sia potenziata la linea Cuneo-Ventimiglia/Nizza, e sia ampliata l’offerta commerciale del servizio ferroviario, magari con una linea diretta Cuneo–Alba ad oggi assente.
Naturalmente restiamo a disposizione per eventuali incontri e confronti sulle problematiche sopra descritte e ringraziamo per l’attenzione.

Cordiali saluti
C. Menegon 
Comitato Gruppo Pendolari linea Cuneo-Torino