Il Comitato per la tutela
di piazza Europa nei giorni scorsi ha
inoltrato un esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti e, per
conoscenza, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al
Sindaco di Cuneo manifestando le proprie perplessità circa la previsione
di realizzare un parcheggio sotterraneo nell’area della piazza come contenuto
nel Progetto presentato dal Comune di
Cuneo per ottenere i finanziamenti previsti dal Programma
straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle
periferie” istituito dalla Presidenza del Consiglio (c.d. Bando Periferie)
Le ragioni dell’esposto si fondano sulla obiettiva incertezza
che i finanziamenti previsti dalle varie norme (legge, decreti, delibere del
CIPE) possano trovare effettiva copertura per tutti i progetti ammessi. È
necessario tenere conto della necessità, a partire dall’anno in corso, di
operare – nella individuazione della copertura stessa – sulla base delle
risorse effettivamente disponibili a bilancio in termini di cassa e non solamente
di competenza.
Si consideri poi che la Convenzione tra Comune e Presidenza
del Consiglio prevede che gli obblighi in capo a quest’ultima si limitino a
funzioni di verifica, monitoraggio e sorveglianza sull’attuazione del
Programma, senza alcun esplicito impegno di garanzia quanto ai tempi,
all’entità e alle condizioni in cui le risorse saranno rese effettivamente
disponibili al Comune. Tale situazione di obiettiva incertezza sembra
prefigurare la possibilità di rischi finanziari non trascurabili in particolare
per quanto riguarda il progetto di parcheggio sotterraneo in Piazza Europa, da
realizzare con lo strumento della finanza di progetto misto – che vede, a fronte
di un investimento privato di € 5.500.000, una partecipazione pubblica di ben €
3.300.000, pari a quasi il 20% del valore dell’intero Piano Periferie. E questo
per un’iniziativa in cui l’interesse pubblico appare tutt’altro che preminente,
atteso che è la stessa Amministrazione Comunale ad averne riconosciuta la bassa
priorità, avendole assegnato la priorità 3 (minima) nella scheda 2 del
Programma Triennale delle opere pubbliche 2017/2019. Ci si chiede che succederà
se concluso (magari a tempo di record) l’iter per l’individuazione del
contraente privato e iniziati i lavori venissero a mancare in tutto o in parte
le risorse del Piano Periferie? Il Comune dovrà comunque onorare i suoi impegni
e dovrà ricorrere alla stipula di mutui o ad altre operazioni di finanziamento
che potrebbero mettere a rischio i difficili equilibri di bilancio.
Abbiamo ritenuto nostro dovere civico fare
tale segnalazione; da ora ogni valutazione di tipo economico è nelle mani della
Corte dei Conti.
Al di là delle non
indifferenti considerazioni di tipo finanziario, restano senza risposta le
domande sull’ opportunità di un tale stravolgimento della zona di piazza Europa
senza una condivisa ricerca di alternative, senza tener conto del Piano Urbano
della Mobilità Sostenibile e senza una convincente analisi del rapporto costi/
benefici per i cittadini. Le risposte le abbiamo già sollecitate in una lettera
a tutti i consiglieri comunali nel consiglio del 18-12-17 ed in quella sede
sono state sostenute da interpellanze ed interventi di tutta la minoranza. Purtroppo
l’Assessore delegato si è limitato ad ironizzare sui “quattro cedri
dell’Atlante di piazza Europa”, quasi la nostra opposizione al progetto si
fermasse alla pur giusta difesa degli alberi.
Abbiamo cercato
risposte convincenti nell’incontro del 3-01-18 con gli Assessori Dalmasso e
Mantelli. Ci siamo invece trovati di fronte a posizioni che dimostrano come gli
Assessori (e pensiamo anche il Sindaco, malgrado la sua assenza), ritengano che
il comitato dovrebbe esprimere le proprie critiche solo di fronte a un progetto
definito (e magari già presentato e quindi non più rivedibile) e che i
cittadini dovrebbero considerarsi soddisfatti del rifacimento di piazza Europa
al “modico” costo di 3,3 milioni di euro di denaro pubblico. Inoltre i due
amministratori sembrano essere convinti che l’aspirazione dei cittadini a cercare
soluzioni innovative e coraggiose per una mobilità sostenibile, sia da”
talebani”.
Pensano davvero che sia da “talebani” chiedere di non
aumentare il traffico e l'inquinamento in una zona intensamente abitata della
città (che a metà dicembre 2017 contava 28 giorni di superamento della soglia
limite dei PM10) con lavori di scavo, rimozione terra ed asfalto, emissione di
gas di scarico e rumori da parte di autocarri, escavatori e macchine di
cantiere, di cui “beneficerebbero” per un tempo indefinito abitanti e operatori
economici della Piazza e non solo? Lo pensa davvero anche il sindaco che, a
differenza di altri, è stato eletto dai cittadini (non tutti) e a cui incombe
il dovere civico e morale di tutelare salute e benessere (di tutti)?
Cari amministratori,
non trovate che quello che voi chiamate eufemisticamente “condivisione con i
cittadini” sia solo una mera comunicazione di una decisione già presa? Non
trovate che nelle vostre scelte ci sia una visione della città molto
provinciale? Infatti favorire, in modo così oltranzista, le macchine e non le
persone è ormai decisione da retrovia (vedere i progetti-mobilità realizzati a Parigi).
Gentilissimi
concittadini Amministratori, non trovate che 3,3 milioni di euro potrebbero
essere più proficuamente impiegati, non solo per il restyling di piazza Europa ma
anche per risolvere qualche problema di ordine sociale della città? Quanto recentemente successo in corso
Giolitti dimostra che per riqualificare non basta ripavimentare.
Dopo quanto espresso,
nessuno dovrebbe più sentirsi autorizzato a considerare il Comitato come il
semplice “difensore dei cedri dell’Atlante”.
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