L’ingegnosa trovata comincia durante il periodo di chiusura della maggioranza della attività produttive, altrimenti noto come lockdown, intercorso tra i mesi di Marzo e Maggio, quando la Regione Piemonte aveva ridotto buona parte delle corse di trasporto pubblico sia su gomma che su ferro, in considerazione del fatto che la gran parte della forza lavorativa e degli studenti era costretta a restare al proprio domicilio. In quel periodo pareva una scelta comprensibile per il fatto che i convogli avrebbero viaggiato praticamente vuoti. Al contrario oggi, con la futura riapertura delle scuole e con la ripresa consolidata (si spera) della maggioranza delle attività produttive, appare poco comprensibile la scelta della Regione di confermare la sospensione delle corse su tratte che invece sono decisive per la rete regionale ferroviaria cuneese, come la Cavallermaggiore Bra (snodo cuneese per la Langhe) o la Saluzzo Savigliano, così come la riduzione delle corse sulla linea Fossano Limone, con l’ultima corsa per la celebre località alpina in partenza da Fossano alle 15.25, inaccettabile per il turismo nella vallata.Inoltre, non va trascurato il taglio della corsa, lungo la linea Torino Cuneo, delle 23.25, che in diversi casi ha consentito ai cittadini cuneesi di poter rientrare al domicilio evitando il pernottamento nel capoluogo piemontese, e della prima corsa del mattino in partenza dal capoluogo provinciale.
Queste misure, unite al progetto di copertura dei binari sulla linea Cuneo-Mondovì caldeggiato dalla stessa Regione, ci riportano al clima o meglio all’incubo del 2013, quando la Giunta di Centro-Destra presieduta da Roberto Cota, decise il taglio di circa 450 Km di ferrovie locali sull’intero territorio regionale nonché la riduzione delle corse da otto a due sulla Cuneo-Ventimiglia in spregio a qualunque valutazione di tutela ambientale e alla conseguente necessità di ridurre il traffico su gomma a vantaggio di quello su ferro. Insomma il lupo perde il pelo, ma non il vizio. E nemmeno la tragedia della pandemia da Covid 19, che riconosce fra le sue concause l’inquinamento ambientale, è riuscita a cambiare la testa dei nostri Amministratori Regionali O forse si tratta invece di un possibile effetto collaterale determinato dal Coronavirus sulle cellule cerebrali degli stessi, che già non avevano dato prove particolarmente brillanti nell’affrontare la conseguenze dei diffusi contagi da Coronavirus sulle nostre popolazioni.
Ugo Sturlese Cuneo per i Beni Comuni
Cuneo 3 Settembre 2020
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