DOCUMENTO SULLA MOBILITA' CICLABILE DI CUNEO
Ultimamente il comune di Cuneo ha provveduto con un
contributo di € 60.000,00 al rifacimento della segnaletica orizzontale di parte
delle piste ciclabili della città. Questi lavori, per noi non rappresentano che
l'inizio di un Piano organico di ciclabilità sostenibile, avendo rilevato
visivamente un aumento progressivo di utilizzatori di questi percorsi.
Come componenti del forum della mobilità di Cuneo, dopo
che nella V commissione è stata presentata la bozza sulla futura mobilità
ciclabile della città e presa visione sia dell’attuale situazione (non sono
molte le piste ciclabili presenti sul suolo cittadino che possono essere
definite tali) che di quella futura (di cui però non possiamo che auspicare la
realizzazione), ci impegniamo ad essere vigili ed attenti per verificare
il mantenimento delle promesse fatte.
Analizzando lo stato di fatto, richiediamo i prossimi
investimenti riguardo a:
- le due piste ciclabili ciliari che
dovrebbero terminare in piazza Torino e che oggi si perdono lungo i marciapiedi
di Corso Kennedy e Corso Giovanni XXIII°;
- la realizzazione di una ciclabile
parallela a Corso Nizza (simile a quella di via Gobetti e Via Bassignano) posta
tra corso Nizza e viale Angeli in prosecuzione di quella esistente lungo piazza
D'Armi;
- il completamento dei collegamenti con le
frazioni;
- il miglioramento dei raccordi che
tagliano trasversalmente la città, che attualmente sono ancora insufficienti,
- il completamento della pista ciclabile
lungo l’asse centrale nella parte alta città (quartiere di Cuneo Nuova) che
genera spesso, tra i ciclisti più indisciplinati il passaggio sotto i portici.
Un altro punto importante che è stato discusso è
un finanziamento costante all’ufficio biciclette, cui compete la mobilità
cittadina. Tale cifra, consistente in un budget annuale, sarà uno dei punti su
cui ci impegneremo affinché la giunta provveda in merito. Solo con un
investimento protratto nel tempo la città e i suoi abitanti potranno godere di
una migliore qualità di vita.
Tornando alle piste ciclabili dobbiamo fare presente che
i nuovi investimenti dovrebbere essere mirati alla diminuzione della
pericolosità di alcuni percorsi (il recente lavoro all’angolo fra corso Nizza e
corso Dante, che ha eliminato l’incongruenza per cui la ciclabile passava
davanti al parcheggio a pettine con interferenza reciproca e rischio
d’incidenti, è stato positivo). Occorre anche tenere presente che
l’inquinamento aereo da veicoli si abbatte esponenzialmente, adottando
soluzioni adeguate: ad esempio la ciclabile di via Gobetti/Bassignano
espone i ciclisti a un carico inquinante minore rispetto a quella di Corso
Nizza.
A questo proposito, facciamo notare, che nel traffico
cittadino chi va in bicicletta, respira almeno due volte meno smog rispetto a
chi sceglie l’automobile. Ancora più protetti i polmoni dei pedoni, con
un’esposizione ridotta da due a cinque volte rispetto agli automobilisti. Un
traguardo che, però, può essere raggiunto anche su due ruote, scegliendo i
percorsi giusti. Non si tratta di una nostra opinione, ma di dati serissimi,
rilevati da uno studio firmato dalla rete di sorveglianza della qualità
dell’aria dell’Ile de France (Airparif sito web: http://www.airparif.asso.fr/
). Secondo i ricercatori, infatti, a “salvare” chi rinuncia alle quattro ruote
è la possibilità di spostamenti che consentono di allontanarsi, anche se
temporaneamente, dagli ingorghi e dalle zone più inquinate. Una possibilità che
gli automobilisti non hanno.
Per raccogliere i dati, l’Airparif ha messo a punto una bicicletta equipaggiata
con una presa d’aria all’altezza del naso del ciclista e apparecchiature per
misurare l’ossido di azoto e le polveri sottili. Si è scoperto così che i
ciclisti spostandosi su aree vietate alle auto - piste ciclabili, corsie
preferenziali degli autobus, marciapiedi - evitano di respirare le
concentrazioni più elevate di smog. Imboccando, per esempio, una pista ciclabile
su un tratto del Lungosenna l’esposizione all’inquinamento del ciclista è
ridotta dal 30% a 45% rispetto allo stesso ciclista che resta nel normale
flusso del traffico.
«Già si pensava - spiegano i ricercatori dell’Airparif *- che il fatto di allontanarsi
dal traffico portasse benefici al ciclista. Ma non ci aspettavamo dati così
evidenti». Per gli automobilisti il problema è lo smog che si accumula
nell’abitacolo: si concentra più lentamente ma ristagna a lungo, e costringe
guidatori e passeggeri a respirare “aria malata”.
Per questi motivi un futuro investimento potrebbe essere anche quello di
dotare la città di piccole stazioni di rilevamento delle polveri sottili
(esistevano quelle mobili dell’Arpa ma sono sparite forse per non allarmare
troppo la popolazione?), che pubblicati potrebbero essere scaricabili da
smartphone e pc.
Infine riteniamo importante richiamare tutti gli automobilisti, ciclisti e
pedoni, al rispetto del codice della strada e delle regole che sembrano ormai
finite nel dimenticatoio. Essere di esempio verso le future generazioni è
l’unica via per sperare in una città sostenibile domani.
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