giovedì 17 ottobre 2019

PUMS Piano Urbano della Mobilità Sostenibile articolo di Ugo Sturlese tratto da Altri Tasti

di Ugo Sturlese.
La città di Cuneo pubblica il PUMS (Piano Urbano della Mobilità sostenibile). Un documento ponderoso, con obiettivi condivisibili tra cui la riduzione dei mezzi privati come modalità di trasporto principale, ma le misure proposte sono in contraddizione con le premesse enunciate e soprattutto con le necessità dell'emergenza climatica (che chiedono -40% di emissioni di CO2 entro il 2030). Quindi, come dire, un Piano della Mobilità Insostenibile (PUMI!!) ...
In sintesi:
  1. Mancato coinvolgimento dei cittadini, enunciato come prioritario e indispensabile, ma non realizzato nella maniera più assoluta, così come per le scelte urbanistiche
  2. Nessun rapporto con la programmazione urbanistica onde evitare interventi dispersivi (vedi Cascina Piccapietra) che generano improprie esigenze di mobilità. Per non parlare della famosa Tangenziale autostradale riaffermata nel documento, che si “mangerebbe 50ht di suolo”e determinerebbe una frattura nel territorio (diverso il ragionamento su una Circonvallazione tipo Bovesana).
  3. La stessa tabella dei risultati che si attendono prova l’inadeguatezza del Piano: meno 4,2 % di emissioni annue quando gli interventi saranno a regime e cioè fra alcuni anni.
  4. Tale obbiettivo verrebbe raggiunto attraverso 2 misure principali: riduzione delle autovetture inquinanti del 5%, realistico, ma non legato al Piano bensì al mercato; diversione auto>bici del 5,5%, partendo da una base del 2011 di uso della bici del 3,5% degli spostamenti Oggi, come noto il 64% avviene con mezzi privati, il 16-17% mediante BUS: dati ovviamente da attualizzare con monitoraggio adeguato, che è lecito dubitare che venga realizzato.fra due anni, come previsto dal PAESC (Piano d’azione per le Energie Sostenibili e per l’Ambiente) approvato nella stessa seduta (ma il monitoraggio andrebbe fatto subito per valutare i cambiamenti più recenti)
  5. A) Ma come è possibile realizzare questo obbiettivo, se in presenza di una situazione parcheggi giudicata ottimale (12108 in città), si continuano a incrementare i posti nelle aree sosta sia in zone adeguate per Parcheggi di testata (Bellavista, Impianti sportivi) ma anche in Piazza Costituzione (avendo rinunciato ai Parcheggi Agorà), MA ANCHE in Centro sotto Piazza Galimberti per non parlare di Piazza Europa;
    B) Ma come è possibile se i parcheggi a pagamento (1842) sono meno di un quarto di quelli gratuiti (6781), percentuale ampiamente inferiore a quella di tutte le città con caratteristiche simili;
  6. E ancora come è possibile incrementare l’uso del TPL quando i parcheggi auto sono previsti in aumento, per lo più gratuiti ed in maggioranza quelli gratuiti collocati in centro città e se si continuano a prevedere P sotterranei in centro città (insomma si mette la polvere, le auto, sotto il tappeto!!!).
  7. Ciò senza nulla togliere alle proposte positive: Ciclabili da 17 a 29 KM (anche se non ci piacciono le tipologie), Zone 30 su tutto l’Altipiano, il salto del Pizzo per i mezzi pesanti (che tuttavia continuano a passare atraverso S. Rocco dal lato opposto), alcune soluzioni di grande logistica commerciale decentrata, le due Velostazioni alla Casa del Fiume e al Movicentro, innovazioni di E-mobility. Ma quando questi progetti saranno operativi ?
Insomma, la struttura generale del Piano rimane inadeguata rispetto alle urgenze determinate dai cambiamenti climatici. E Cuneo rimane una città per la macchina e non per la bicicletta, come enunciato pomposamente nel documento!

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