Torino, 23 dicembre 2015
Comunicato stampa
Smog, ecco
il decalogo dei cittadini per Governo, Regioni e Comuni
Legambiente:
“Dalla Regione Piemonte un silenzio vergognoso. Sì ai comportamenti virtuosi
dei cittadini, ma senza politiche concrete nessun risultato significativo”
L’emergenza smog
attanaglia le nostre città e, complice il bel tempo, le polveri sottili
stagnano condannando i cittadini a respirare massicce dosi di inquinanti. Da
giorni infatti, i livelli di
esposizione dei cittadini agli inquinanti nell’aria rimangono elevati e ancora
ben oltre le soglie consentite dalla normativa. Situazione che difficilmente
sarà risolta solo con gli interventi sporadici che le amministrazioni
propongono in fase d’emergenza, tra targhe alterne, blocchi del traffico, mezzi
pubblici gratis e nessuna politica concreta e lungimirante.
“Questa situazione -ha dichiarato la presidente nazionale di
Legambiente Rossella Muroni- rappresenta una emergenza ma non certo un caso
eccezionale. Ogni anno in questa stagione ci troviamo a dover affrontare picchi
di inquinamento e contare sulla pioggia, che prima o poi scenderà, non è
proprio la soluzione più efficace e utile. Sicuramente i singoli cittadini
possono mettere in campo comportamenti virtuosi che contribuiscano a
diminuire le emissioni inquinanti ma la vera ricetta per cambiare le cose
può venire solo dal Governo e dalle istituzioni. Solo mettendo finalmente
mano a nuove politiche di mobilità incentrate su trasporto pubblico locale,
treni per pendolari e mobilità alternativa potremo raggiungere migliori
livelli di vivibilità e liberare i nostri centri urbani dalla cappa inquinante
che, non dimentichiamolo, contribuisce all’aumento di patologie respiratorie,
soprattutto nei bambini, e cardiovascolari negli anziani”.
Legambiente invita
quindi il Governo, i ministeri dell’Ambiente, della Salute e delle
Infrastrutture, le Regioni e i Comuni a intervenire con politiche concrete ed
efficaci per garantire una migliore qualità dell’aria e della vita in tutte le
città, a partire da queste dieci proposte:
1000 treni per i
pendolari. Annunciati nel 2006 dal Governo Prodi, che fece sperare in una
nuova politica dei trasporti, ma mai arrivati. Intanto i disservizi,
l’affollamento dei convogli e il forte disagio per chi viaggia, porta sempre
più persone a scegliere l’auto per entrare e uscire dalle città negli
spostamenti quotidiani casa-lavoro.
Fuori i diesel dalle città. Limitazione della circolazione in
ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello adottato
dalla città di Parigi: entro il 2016 divieto di circolazione di tutti i veicoli
degli euro0 ed euro1, e dei diesel (auto e camion) euro2. Entro il 2017 divieto
esteso a diesel euro3 e poi a crescere sino a vietare nel 2020 la circolazione
dei veicoli diesel euro5 (quelli venduti sino ad oggi).
Nuovi controlli sulle emissioni reali delle auto: applicazione
immediata dei nuovi criteri di prova di omologazione per i veicoli immessi sul
mercato, con verifica su strada e dichiarazione obbligatoria dei risultati
reali di consumo e di inquinamento risultanti. Richiesta già avanzata da
Legambiente ma ancora senza risposta.
Ridurre la velocità. Imporre a livello nazionale il limite di 30
km/h all’interno dei centri abitati, con l’eccezione delle principali arterie
di scorrimento. Con effetti sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e
acustico derivante dall’uso dell’auto e grandi benefici in termini di sicurezza
stradale, riducendo notevolmente il numero di incidenti.
Chi inquina paga. Prevedere, con una disposizione nazionale,
l’estensione del modello dell’Area C milanese a tutte le grandi città e con una
differente politica tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente
vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale.
Muoversi in città… senza l’auto. Approvare un piano nazionale che
imponga target di mobilità a livello urbano (sul modello della raccolta
differenziata) per arrivare entro due anni ad una quota di spostamenti
individuali motorizzati al di sotto del 50% del totale. A partire da questo
obiettivo fissare target ambiziosi per arrivare nel giro di 6-8 anni sotto il
30%.
Prevenire è meglio che curare. Serve un serio Piano nazionale
antismog in cui il governo assuma un ruolo guida importante, dotato di risorse
economiche, obiettivi misurabili e declinabili. La priorità deve essere la
realizzazione di nuove linee metropolitane e di tram, a cui devono essere vincolate
da subito almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture, da destinare alle
città. Occorre infine una verifica dei piani di risanamento dell'aria delle
regioni e delle principali città per garantire una uscita dall'emergenza entro
i prossimi cinque anni.
Stop ai sussidi all’autotrasporto per migliorare il TPL. Dal 2000
al 2015 sono stati dati circa 400 milioni in media l'anno all’autotrasporto e
anche per il 2016 gli aiuti diretti e indiretti saranno pari a 250 milioni di
euro. Chiediamo che tali risorse siano, al contrario, destinate ad incrementare
e migliorare il trasporto pubblico locale e il servizio per i cittadini.
Riscaldarsi senza inquinare. Divieto di uso di combustibili
fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici a partire
dalla prossima stagione di riscaldamento. Obbligo di applicazione della
contabilizzazione di calore nei condomini in tutta Italia a partire dalla
prossima stagione di riscaldamento. Obiettivo del 3% all’anno sulla
riqualificazione degli edifici pubblici e privati per attuare il piano europeo
per ammodernare o ricostruire l'intero patrimonio edilizio entro 30 anni.
Ridurre l’inquinamento industriale. Occorre applicare
autorizzazioni integrate ambientali (AIA) stringenti, come prevedono le norme
europee e nazionali e rendere il sistema del controllo pubblico efficace. Per
fare ciò occorre però sbloccare l’iter di approvazione della legge sul sistema
delle Agenzie e dei controlli ambientali ferma al Senato da oltre un anno.
“Nella grave situazione
per la salute pubblica in cui ci troviamo è vergognoso il silenzio della
Regione Piemonte che non sta neanche facendo il tentativo di coordinare le
politiche antismog sul proprio territorio -dichiarano Fabio Dovana e Federico Vozza, rispettivamente presidente e
vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Al Piemonte serve
subito un nuovo e coraggioso piano regionale antismog che sia ambizioso e
concreto oltre che integrato con le altre politiche e pianificazioni delle
diverse direzioni regionali, in particolar modo con il settore dei trasporti,
delle infrastrutture, dell'urbanistica e delle politiche industriali. Ma
nell’attesa del nuovo piano regionale i sindaci, primi responsabili della
salute pubblica, non possono restare a guardare o, al più, regalare qualche
giorno gratis o scontato sui bus. Devono invece gettare basi concrete per
politiche efficaci e lungimiranti, a partire dal settore della mobilità
prevedendo forme di disincentivo della mobilità privata”.
“Cambiamo aria”, le
proposte di Legambiente per il nuovo Piano regionale sulla qualità dell'aria
Il documento integrale
presentato il 16 maggio 2015: http://bit.ly/1EMWsSz